Non sono la sola a fare figuracce!
Correva l'anno 1823.
A Roma si erano appena svolti i solenni funerati del Canova e nei salotti bene non si poteva non parlarne.
In uno di questi salotti, a casa di monsignor Mai, alcuni letterati romani, un ecclesiastico e il Leopardi, discutevano appunto dell'orazione funebre tenuta dall'abate Missirini.
Ora, la disgrazia dei timidi è che tacciono sempre tranne quando dovrebbero.
E Giacomo, come si sa, è stato un timido.
Pertanto, incitato dai presenti, iniziò a dissertare sull'orazione, valutandola intorno allo zero assoluto.
Con gran gioia, immagino, dell'abbate Missirini, l'ecclesiastico che il Mai si era dimenticato di presentare agli altri invitati.
Povero il mio Ranavuottolo!
marzia.elle
Quando si dice le affinità elettive... dai salotti romani alla piazza di Prestwick ;)
RispondiEliminaUn giorno scriverò un post su Prestwick! ;-)
RispondiEliminamarzia.elle
Mi sta sempre più simpatico il Leo... almeno come persona.
RispondiEliminaBaci,
Mac
E vedrai quando leggeremo insieme le Operette Morali...
RispondiEliminamarzia.elle
E' una promessa o una minaccia?
RispondiElimina:-S