mercoledì 2 gennaio 2008

Vane promesse

Avevo appena confidato a mrs bigpileofdust di essermi imposta come buono proposito per il nuovo anno quello di scocciare un poco meno i miei amici con le mie fissazioni leopardiane.
Ma, ahimé, vengo immediatamente a tradire la parola data.

Ho finito di leggere: "Sette anni di sodalizio con Giacomo Leopardi" di Antonio Ranieri e zac, mi scappa un post!
Ora, di Ranieri si è detto tutto. L'hanno massacrato con tale precisione, che la mia voce è, ne convengo, inutile, ma credo che leggere il testo di Ranieri, per chi ama
Leopardi come io l'amo, sia un'esperienza illuminante.
Perché di coglioni il mondo n'è pieno, ma come questo, davvero, se ne son visti pochi calcare la polvere.
Codesto principe dell'argustia umana, pensate, ha vissuto sette anni (e dico sette!) con una delle menti più brillanti che mai siano apparse sulla terra. Giorno e notte, notte e giorno.
Leopardi, allora, aveva già rallegrato il nostro mondo con le sue più immortali poesie, i suoi pensieri, i suoi scritti filosofici. Aveva raggiunto quel divino stato di "conoscenza" che al solo mirarlo l'animo si spaura.
Orbene, dicevamo, codesto genio del Ranieri, condivideva la sua vita non con me o con l'ultimo minchione di Napoli, no, egli condivideva la sua inutile vita con Leopardi (che per averlo qua un'ora darei qualche anno!).
E cosa faceva Ranieri il giorno e la notte accanto a Leopardi?
Parlava forse di poesie, filosofia, amore, morte, bene, male, illusioni, ricordi, memoria... no, il coglione teneva conto dei confetti e dei gelati che Leopardi mangiava, dell'ora dei suoi pasti, di quante volte al giorno sputasse sangue, dei soldi che spendeva...
Non solo, siccome quando si è delle teste di cazzo lo si è fino in fondo, Ranieri, alla veneranda età di sett'anni e passa, si è detto: "Ohibò, vuoi che schiatto e non lascio una testimonianza dei miei sette anni di vita passati con Leopardi?".
E via a condividere con noi le sue pippe mentali.
Lo sapevate che Leopardi ha bevuto due limonate e mangiato tre cucchiaiate di minestra prima di morire? Grazie Ranieri per avermelo detto.
E già che ci sei, ma vaffanculo!

marzia.elle

6 commenti:

mrs bigpileofdust ha detto...

... e poi ti domandi perché ti rido in faccia ;)

le vecchie ciabatte ha detto...

Hai ragione, sono senza speranza...

marzia.elle

Federica ha detto...

Ho pareggiato una partita online intitolata al grande Giacomo e ne vado fiera. Con quale faccia avrei mai potuto presentarmi dalla mia vecchia ciabatta preferita, se la perdevo!?!?
Ahime'!
ciau

Fede

le vecchie ciabatte ha detto...

Fede, vedi tu! ;-)

marzia.elle

dabogirl ha detto...

beh pero' aspetta, mettiti nel contesto... era cosa comune scrivere cosa succedesse ai malati, una sorta di cartella clinica...
anche io ho quello che ha scritto mia nonna (nata nel 1901 morta a 90 anni) quando era al capezzale del figlio di tre anni, che morì di polmonite...

e poi se il Sommo gli voleva bene un perchè dovrà esserci, no?

le vecchie ciabatte ha detto...

Giacomo era uno di cuore.
E non dico che a modo suo non fosse anche lui un po' rompicazzo.
Ma perdonami, non puoi vivere sette anni con Leopardi e desiderare di scrivere quelle puttanate. Mi rifiuto.
Mi duole il cuore.
Ogni giorno, ogni ora della mia vita mi danno perché il tempo e il luogo ci hanno separato. E Ranieri che invece ha avuto questa fortuna... ah...
Dici che Giacomo gli ha voluto bene. Può darsi. Si tende ad amare le teste di cazzo, io lo so bene!

marzia.elle