domenica 30 marzo 2008

Tanto per dire...

Driiiiiin

Io: "Ciao. Come stai?"
Parente invisibile (quello che non viene mai a trovarti in ospedale perché a lui, povero, non piacciono. Invece le persone, generalmente, si eccitano a passare la domenica lì!): "Ah, io bene!"
Io: "Sono contenta."
Parente invisibile: "Tu?"
Io: "Abbastanza bene. Grazie. Che mi racconti?"
Parente invisibile: "Il solito. Ma tu quanto cortisone prendi al giorno?"
Io: "Circa 40 mg..."
Parente invisibile: "Eh però, non è poco!"
Io. "Mah... non è neanche tantissimo. Comunque va bene. Beh, che mi dici di te?"
Parente invisibile: "E un gastroresistente lo prendi?"
Io: "Sì..."
Parente invisibile: "E poi le pasticche per la pressione..."
Io: "Che vuoi farci?! Ormai sono come mia nonna..."
Parente invisibile: "Che poi il cortisone c'ha un sacco di effetti collaterali! Ti ha già fatto male?"
Io: "Per ora no."
Parente invisibile: "Ehhh... ma vedrai... e questo per sempre?"
Io: "Mah... non possiamo saperlo... dipende da come reagisco alla terapia..."
Parente invisibile: "Figurati... quando inizi..."
Io: "Ma via, siamo ottimisti... tanto non è che c'è altro da fare. No?"
Parente invisibile: "E c'hai poco più di trent'anni! Ne avessi ottanta ti rassegni, ma così..."
Io: "..."
Parente invisibile: "Certo che ne hai avuta di sfiga... quando succede così... che fai? Con chi te la prendi? Te la tieni. Punto."
Io: "Senza dubbio, comunque non è così tragica come sembra..."
Parente invisibile: "No no, io lo capisco che non lo vuoi accettare. Ma sì, meglio. Non ci pensare..."

Ecco, da qui, da codesto blog, mio caro parente invisibile, avrei due messaggi per te.
Il primo è: "Mavaffanculo!".
Il secondo: "Perché non chiami in ospedale a nome mio e non parli direttamente con il mio dottore? Così, se non altro, la smetti di rompere il cazzo a me!"

Grazie!

marzia.elle

martedì 25 marzo 2008

De consolatione

1. Che vuoi farci, è la vita.
2. In macchina non aprire i finestrini, gli spifferi in faccia fanno male ai reni.
3. Devi avere pazienza. Ma tu hai pazienza? Di più!
4. Certo, è terribile. Una cosa da perderci la mente. Poi così...
all'improvviso... No no, lo so bene. Da depressione. Tu però stai su con il morale!
5. Ehhh... è proprio la vita. L'ho già detto?
6. Certo... alla fine c'hai avuto più culo che anima!
7. Ma secondo me è pure tutta quella roba che leggi...

marzia.elle

sabato 22 marzo 2008

Ma 'o scarrafone?

Io: "Ma lo sai come funziona... i geni sono un po' scollati dalla realtà..."
Papy: "Dici?"
Io: "Ovvio. Sono talmente presi dalle loro cose, nelle quali, per carità, sono fantastici, che alla fine però vivono su un altro pianeta. Proprio fuori come cancelli."
Papy: "Ah... allora fortuna che tu non sei un genio..."
Io: "... eh eh... carina..."
Papy: "Cosa?"
Io: "La battuta. Carina. Spiritosa..."
Papy: "Quale battuta?"

marzia.elle

mercoledì 19 marzo 2008

Paura eh?

Driiiiin

Io: "Ciao!"
Amica del cuore: "Preparati a morire!"
Io: "................ Ti è arrivata la copia della biopsia..."
Amica del cuore: "No, la ricarica telefonica che mi hai fatto!"
Io: "Fiiuuuuuuuuuuu..."
Amica del cuore: "Ma sei scema?! Ma ti pare che ti dicevo così?!"

Va tutto bene, va tutto bene! ;-)

marzia.elle

martedì 18 marzo 2008

Con tutto il mio cuore

La prima volta che l'ho vista avevo undici anni. Credevo non potesse esistere qualcuno capace di piegarmi. Credevo tante cose.
Si presentò dicendo: "Sono la vostra insegnante di Lettere. Staremo insieme tre anni... se non di più."
Fu facile odiarla. Ogni volta mostrava chiaramente la mia ignoranza. Ogni volta pretendeva che superassi i miei limiti. Ogni volta mi costringeva a vedere quello che non desideravo.
Non mi era simpatica. Lo sapeva, ma non se ne preoccupava.
Lei non era lì per piacere a me. Era lì per insegnarmi la grammatica, la letteratura, la storia, la geografia. Era lì per insegnarmi a diventare "grande". A cadere per poi rialzarmi.
A prendere coscienza di me. Era lì per spingermi oltre. Per crederci. Era lì perché non mi perdessi.
Furono tre lunghissimi anni, ma per uno strano caso del destino, anche disgraziatamente brevi. Il giorno che realizzai che la stavo per perdere, mi sentii molto sola.
Ero così abituata ad averla accanto, che mi sembrò terribile l'idea di non poter più incrociare quei severissimi occhi azzurri.
E allora presi coraggio e mi venne da scherzare con lei. "Mi dispiace, - dissi - ma quella cosa dell'analisi logica non la imparerò mai!"
"Va bene." Rispose. Mi regalò un ottimo voto e mi lasciò andare per la mia strada.
Al liceo, poi, capii che aveva vinto ancora. L'analisi logica la sapevo fare. Schifosamente bene. Aggiungerei.

Da allora sono passati molti anni.
Anni felici, perché fui così fortunata da poter godere ancora delle sue parole, dei suoi consigli, dei suoi rimproveri.
E io, come la stupida undicenne che ero, ho creduto di poterla avere per sempre.

Non l'accetto. Non l'accetterò mai.
Non posso guardare quella superba mente fallire e non sentire che tutto è perso.
Come posso rassegnarmi a questo? Come?

Mi hai insegnato ad accettare le avversità con coraggio, ma non sono pronta a rinunciare a te.
Non lo sarò mai.

marzia.elle

lunedì 17 marzo 2008

Dolci parole che fanno paura

Non dovrei scrivere certi post.
Lo so, sono un mostro senza cuore. Una donna insensibile.
Non merito l'affetto di chi mi circonda.
Questa notte, sicuro, avrò problemi a prendere sonno.
Nel mentre...

Signora (mi ferma per strada): "Maaaaaaaaaaaarzia! E come stai? Ma che bello rivederti. Allora stai bene? No è che..."
Io: "Buongiorno signora. Sto benino, grazie."
Signora: "E che bisogna farci. Ci vuole pazienza. La vita ci mette davanti a grandi prove. Bisogna avere la forza di andare avanti."
Io: "Ha ragione signora..."
Signora: "Ma non ti devi abbattere, non devi pensare al peggio. Che lo spirito è tanto. Se uno è allegro le malattie vengono meno."
Io: "Certo signora. Quanto dice bene..."
Signora: "Mi raccomando eh! Mamma mi ha raccontato. Ma tu non pensare alle cose brutte che ti dicono. Ci pensi?"
Io: "Fino ad ora... no..."

Signora 2 (per telefono): "Cerca di stare su. E buon riposo!"
Buon riposo???

Signora 3 (al portone di casa): "Sono brutte cose, bisogna avere fiducia in Dio e pregare..."
Pregare? Ok, sono morta!

Mia prof. delle medie: "Ti sei presa un bello spavento eh?"
Io: "Un po' la mattina al pronto soccorso. Fa effetto sentirsi dire che si sta per trapassare..."
Prof: "Lo credo bene! Devono essere dei momenti terribili!"
Io: "Mah, non come in genere si pensa. Alla fine ero serena."
Prof: "Non so come hai fatto, ma sei stata molto brava!"
Come non sai come ho fatto?! Me l'hai insegnato tu...

Signora 4 (al telefono): "Dopo salgo a salutarti."
Io: "Grazie signora..."
Signora 4: "Ci tengo tanto a rivederti ancora una volta..."
Acc!

Mia SeP: "E come hai preso la cosa?"
Io: "All'inizio non benissimo, comunque ora va meglio. Si va avanti con forza e coraggio."
Mia SeP: "Un atteggiamento da vero eroe."
Io: "Ho ottimi amici e per fortuna faccio buone letture che mi aiutano..."
Mia SeP: "Certo, ma immagino non sia facile..."
No, non puoi dirmi questo, non tu.
Allora di Leopardi non ho capito niente...

marzia.elle

sabato 15 marzo 2008

Inutile propaganda

Driiiiiiiiiiiiin!
Donna Terzilia (con il viva voce): "Pronto?!"
Voce femminile: "Buongiorno signora! Qui è la segreteria di Alemanno..."
Donna Terzilia: "Ha sbagliato numero."
Voce femminile: "No no signora, non ho sbagliato, non cercavo nessuno in particolare. Ecco, dicevo, noi siamo della segreteria di Alemanno. Lei ovviamente sa che l'onorevole Alemanno si candida per essere sindaco di Roma? Bene. Vorrei un po' spiegarle il suo programma..."
Donna Terzilia: "Ah, il programma? Voglio più autobus! Perché fate schifo. Mi tocca aspettare sempre le ore!"
Voce femminile: "Ha ragione signora, per questo l'onorevole si impegna a garantire un servizio pubblico più efficiente. Una maggiore sicurezza, posti di lavoro..."

Donna Terzilia continua a cazziarli per un po'.

Voce femminile: "Certo signora. Per questo le volevamo chiedere il voto per Alemanno sindaco di Roma!"
Donna Terzilia: "Muuuuuuuuuuuuuahhhhhhhhhhhhhhh! Ahahahahaha! Buuuuuuuuuuaaaaaaaaaaaaaahhhhhhh!"

Che dite, la signorina avrà intuito le nostre intenzioni di voto?

marzia.elle

I fantasmi

Io: "Sapete una cosa? Ieri ho ricevuto in dono tre meravigliosi libri di Leopardi con dedica!"
Ale / Ros: "Con la dedica del Leopardi?"
Ale: "Oddio, vede i fantasmi!"
Ros: "Ci parla!"
Ale / Ros: "E' grave, ma è tanto grave..."

marzia.elle

venerdì 14 marzo 2008

Incaute confidenze

Mia SeP: "Questa cosa che l'Università debba chiudere alle 19:45 la trovo assurda!"
Io: "In effetti..."
Mia SeP: "Dai, saliamo nel mio studio così mi racconti bene. Voglio sapere tutto."
Pensiero di Din: "Cazzo, tu guarda se non ci facciamo chiudere dentro 'sta sera. E chi le regge tutte e due? Attaccheranno con Leopardi... ma perché tutte a me?!"
Io: "Wow, ma qui hanno cambiato tutto!"
Mia SeP: "E tu che ne sai?"

Porca zozza, cretina, deficiente che non sono altro, mi sono tradita!

Mia SeP: "Eh? Mhhh, ma che studiavi tu?"
Io: "Lettere..."
Mia SeP: "Ahhhhh"
Pensiero di Din: "Sì, Yeah! Mitica! Ora le dirà anche che in privato la chiama mia SeP, mia Signora e Padrona. Questa giornata comincia ad avere un senso..."

marzia.elle

Amica ironia...

Doc: "E come va la pressione?"
Io: "La mattina... poi dopo pranzo... e la sera..."
Doc: "Mhhh... e l'elettrocardiogramma lo fai a giorni alterni?"
Io: "L'elettrocardiografo si compra? Ah, ok non lo sapevo. Lo farò."

Eppure una volta l'ironia la capivo.

Doc: "Oh, non diventarmi paranoica!"
Io: "Misurare la pressione tre volte al giorno è troppo?"
Doc: "Sì!"
Io: "Due?"
Doc: "Pure..."
Io: "Solo una?"
Doc: "Vivi!"

Obbedisco!

marzia.elle

giovedì 13 marzo 2008

Volemose bene

Donna Terzilia: "Però... pure te... se te ne accorgevi prima che stavi male... forse..."
Io: "..."
Donna Terzilia: "Cioè, le cose sempre all'ultimo tu!"
Pure quell'affare del buco dell'ozono, se ci stavo più attenta!

Io: "Papà, cazzo, hai attaccato adesso, perché non l'hai detto a me invece di chiamare mamma?"
Papy: "Io? Dire cosa?"
Io: "Questa cosa che stai dicendo ora. Che ti hanno detto all'ospedale!"
Papy: "Ohhh, me lo sono ricordato ora..."
Commento di Din: "Figliola, non fare caso a quella macchina che ti sciacqua il sangue, non è come pensi..."

Ignota dottoressa al telefono: "Eh, ma è grave. Impossibile che non ve l'hanno detto. Ormai è cronica. No, non si cura, figurarsi."
Dottoressa, posso avere il suo nome? Nel caso avessi un momento di sconforto la chiamo.

Io: "Ma', al funerale voglio la Ginestra. Ricordatelo."
Donna Terzilia: "La ginestra? E dove la vado a trovare, non è mica periodo!"
Gira il cricetino la ruota.
Donna Terzilia: "Funerale? Ma che cazzo dici?"
Qui su l'arida schiena
Del formidabil monte
Sterminator Vesevo...

Io: "Domani sarà una giornata di merda. Sei sicura di voler venire con me? Però dai, poi alle 18 andiamo a seguire la lezione della SeP."
Din: "Cioè, vuoi dirmi che la parte migliore della giornata sarà la lezione della tua SeP?"

marzia.elle

lunedì 10 marzo 2008

Una storiella

C'era una volta una ragazza che aveva grandi sogni e non dubitava di poterli realizzare.
Studiava la materia che più amava con ottimi risultati. A volte le dicevano che scriveva divinamente e lei sorrideva, perché nel suo
cuore già lo sapeva.
Lei vedeva nel suo futuro come attraverso un vetro.
Lei aveva molte certezze e sapeva essere felice.
Credeva nell'amore e il suo le sembrava perfetto e destinato all'eternità.
Credeva nella famiglia e sapeva che la sua le avrebbe dato grandi soddisfazioni.
Questa ragazza leggeva sempre Leopardi. Si inteneriva ogni tanto. Ogni tanto annuiva, altre sospirava.
Qualche sera malediva il tempo che li aveva divisi. E poi lo benediva, perché quegli occhi azzurri sapevano essere severi e lei, un po', li temeva.
Lei credeva nell'amicizia. Con tenerezza, come il suo poeta le aveva insegnato.
Lei rideva con il suo poeta, ché sapeva essere dolce, crudele e ironico.
Lei piangeva con il suo poeta, perché sapeva essere terribilmente sincero.

Un giorno, la ragazza piena di certezze, smise di prendere ottimi voti. Perse fiducia nella famiglia, non desiderò più la sua, perse l'amore, non vide più il futuro.
Prese le sue belle certezze e ne rise. Il suo poeta sempre lì a consolarla.
I suoi amici sempre lì ad amarla, malgrado tutto.

Un giorno, quella ragazza si ritrovò dentro un pronto soccorso e per un attimo pensò che quella fosse la sua ultima giornata.
Non aveva rimpianti. Si chiese se ne fosse valsa la pena e si rispose di sì.
Pensò alle persone che le erano care e le venne da ridere. Forse non era il momento per ridere, ma rise ugualmente.
Recitò il suo poeta e pensò che fosse anche un po' ridicolo. E il suo poeta lo pensò con lei.
Si disse che non aveva paura e in effetti non ne aveva più.
Una volta, quella ragazza, aveva scritto una storia. Nella storia, la protagonista, in punto di morte, ripassava mentalmente la lista della spesa. Pensò che fosse un bel modo per salutare il mondo e lo fece.
Poi la giornata passò.
Arrivarono altri giorni e altre parole.
E quelle parole spesso non erano belle.
Una notte chiamò la sua amica del cuore e le chiese la verità, e lei gliela disse.
Allora pensò che non ci fosse più niente per lei.
E la paura che non aveva provato per la morte, la provava ora per il suo futuro.
La notte passò.
La ragazza aveva sempre avuto grandi speranze nel cuore, ma quella notte capì che aveva bisogno solo dell'affetto dei suoi amici e del suo poeta.
Il suo poeta era lì, accanto a lei, e sorrideva.
"Mi hai sempre detto che è impossibile raggiungere la felicità!" Lo rimproverò lei.
"Leggi meglio." Le rispose con dolcezza lui.
Ed era la prima volta che le parlava dopo tanto tempo.

marzia.elle