lunedì 10 marzo 2008

Una storiella

C'era una volta una ragazza che aveva grandi sogni e non dubitava di poterli realizzare.
Studiava la materia che più amava con ottimi risultati. A volte le dicevano che scriveva divinamente e lei sorrideva, perché nel suo
cuore già lo sapeva.
Lei vedeva nel suo futuro come attraverso un vetro.
Lei aveva molte certezze e sapeva essere felice.
Credeva nell'amore e il suo le sembrava perfetto e destinato all'eternità.
Credeva nella famiglia e sapeva che la sua le avrebbe dato grandi soddisfazioni.
Questa ragazza leggeva sempre Leopardi. Si inteneriva ogni tanto. Ogni tanto annuiva, altre sospirava.
Qualche sera malediva il tempo che li aveva divisi. E poi lo benediva, perché quegli occhi azzurri sapevano essere severi e lei, un po', li temeva.
Lei credeva nell'amicizia. Con tenerezza, come il suo poeta le aveva insegnato.
Lei rideva con il suo poeta, ché sapeva essere dolce, crudele e ironico.
Lei piangeva con il suo poeta, perché sapeva essere terribilmente sincero.

Un giorno, la ragazza piena di certezze, smise di prendere ottimi voti. Perse fiducia nella famiglia, non desiderò più la sua, perse l'amore, non vide più il futuro.
Prese le sue belle certezze e ne rise. Il suo poeta sempre lì a consolarla.
I suoi amici sempre lì ad amarla, malgrado tutto.

Un giorno, quella ragazza si ritrovò dentro un pronto soccorso e per un attimo pensò che quella fosse la sua ultima giornata.
Non aveva rimpianti. Si chiese se ne fosse valsa la pena e si rispose di sì.
Pensò alle persone che le erano care e le venne da ridere. Forse non era il momento per ridere, ma rise ugualmente.
Recitò il suo poeta e pensò che fosse anche un po' ridicolo. E il suo poeta lo pensò con lei.
Si disse che non aveva paura e in effetti non ne aveva più.
Una volta, quella ragazza, aveva scritto una storia. Nella storia, la protagonista, in punto di morte, ripassava mentalmente la lista della spesa. Pensò che fosse un bel modo per salutare il mondo e lo fece.
Poi la giornata passò.
Arrivarono altri giorni e altre parole.
E quelle parole spesso non erano belle.
Una notte chiamò la sua amica del cuore e le chiese la verità, e lei gliela disse.
Allora pensò che non ci fosse più niente per lei.
E la paura che non aveva provato per la morte, la provava ora per il suo futuro.
La notte passò.
La ragazza aveva sempre avuto grandi speranze nel cuore, ma quella notte capì che aveva bisogno solo dell'affetto dei suoi amici e del suo poeta.
Il suo poeta era lì, accanto a lei, e sorrideva.
"Mi hai sempre detto che è impossibile raggiungere la felicità!" Lo rimproverò lei.
"Leggi meglio." Le rispose con dolcezza lui.
Ed era la prima volta che le parlava dopo tanto tempo.

marzia.elle

4 commenti:

mrs bigpileofdust ha detto...

*hugs*

:)

dabogirl ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Anonimo ha detto...

...senza parole...


Anzi no, qualcuna ce l'ho.
Ti voglio un bene dell'anima.

le vecchie ciabatte ha detto...

;-)
E adesso basta tristezza, trenino!

marzia.elle