sabato 29 settembre 2007

Nessuno tocchi Caino

Se però la smettessero di rompere il cazzo ad Abele...

Quando si dice il dono della sintesi!

marzia.elle

venerdì 28 settembre 2007

Giacomo Leopardi

La prima volta che ci siamo incontrati, lo ricordo bene, l'ho trovato un po' irritante.
Avevo problemi a ricordare "We are you from?", Perfetto per me voleva dire "Tutto ok!", l'Indonesia era un luogo situato nel nulla e la Defenestrazione di Praga mi sembrava un gioco da tavolo con qualche inconveniente per i partecipanti.
Avevo circa quattordici anni.
Piacere Marzia, piacere Giacomo.
Anche lui aveva
quattordici anni.
Solo che conosceva il latino, il greco, l'ebraico, l'inglese, il francese...
Sì, l'ho trovato decisamente irritante!
Con quell'aria da: "Mah... niente di che, so solo quattro cosine..." E l'occhio azzurro furbissimo a indagare nella tua anima.
Non fu amore a prima vista.

Ci incontrammo di nuovo verso i diciassette anni.
Una parte di me pensava di poter cambiare il mondo, l'altra, incazzata con lo stesso, desiderava raderlo al suolo.
Animata dalla filosofia del: "Tutto è polvere!", la vita fa schifo, i miei sono degli infami, cuor, non val cosa nessuna i moti tuoi; sbattei il muso sulle Operette Morali.
"Vai, sii grande e infelice!" Dicesti.
"Eccomi!" Risposi (la presunzione, se non altro, non mi è mai mancata!).
E quel giorno mi consolasti.
Eri un po' bacchettone, ma non te la tiravi troppo!
Mi parlavi con pathos, con amore.
Condividendo con me paure, gioie, speranze, disillusioni. Al di là del tempo e dello spazio.
Lo chiamavano Pessimismo Cosmico.
Ma noi lo sapevamo che non era così!
Arriverà giorno, ne sono certissima, che avrai giustizia.

Oggi, che mi sei amico da tanti anni, ne ridiamo.
Ogni volta mi sento dire: "Ancora con 'sto Leopardi?!"
"Oddio, lo sfigato!"
"Ma non è meglio Manzoni?"
"Coraggio, si cura!"
"Non potresti drogarti invece?"
"Nascondi un po' quel libro..."
"Giacomo chi?"
"L'Infinito? Ah, Foscolo!"
"Ma sei fissata!"
"Fatti una vita!"

Oggi che, più d'allora, sai prendere in mano il mio cuore e strizzarlo a tuo piacemento.
Oggi che, senza interrogarmi su metrica o figure retoriche, mi trovo a piangere sul Sabato del villaggio, trascinata da quella dolce mestizia che tu sai così bene far sgorgare da ogni parola.

Siede con le vicine
su la scala a filar la vecchierella,
incontro là dove si perde il giorno;
e novellando vien del suo buon tempo...

marzia.elle

mercoledì 26 settembre 2007

Passeggiando

Ormai è un'abitudine. Così dolce che ne sono gelosa.
Ogni mattina, tra le 8:30 e le 9:30, passeggio lungo via Gregorio VII, giù fino a San Pietro, Castel Sant'Angelo e ritorno.
Un'ora per rilassarmi, ammirare le bellezze di Roma, riflettere sulla mia, l'altrui, vita e scaricare lo stress da traffico cittadino.
Il mercoledì, però, è un giorno particolare.
Il mercoledì è il giorno del popolo di dio.
Turisti, fedeli, fedeli turisti o solo turisti curiosi che transumano lungo le vie per affluire a piazza San Pietro.
Mercoledì è giorno di udienza papale.
Ammiro il popolo di dio. Grassi, magri, alti, bassi, zoppi, giovani, vecchi, tutti si trascinano verso la luce, con gioia e speranza negli occhi. Camminano calpestando la storia, si lanciano sotto i veicoli, sorridono ai mendicanti bisognosi di denaro più che di comprensione, si passano bottiglie d'acqua, reggono in mano bandiere, sciarpe, cartelli con su scritto frasi d'amore, parlano di pace, credono nella bontà, persino nella mia, semplicemente perché sono là e cammino con loro.
Questo popolo di dio, in verità, mi fa anche un po' paura!
Arriva a ondate. Compatto. Massiccio.
Il popolo di dio è animato da grandi ideali, ama chi gli sta accanto.
Il problema è il ritorno. Perché il popolo di dio è permaloso, ama sì, ma non quando gli stai "contro"!

marzia.elle

Appello

Alla signora/signorina che tutte le mattine rende impraticabile il bagno del quarto piano in ufficio.

Signorin,
io lo capisco, quando scappa scappa, però due sono le cose: o la smette di mangiare gatti morti o si compra un deodorante!

Grazie,
marzia.elle

martedì 25 settembre 2007

Il sospetto - l'amica del cuore colpisce ancora

Amica del cuore: "Hai preso le ferie per venire al mio matrimonio?"
Io: "Ho preso venerdì..."
Amica del cuore: "Solo? Miseria, non stiamo mai insieme! Una volta che vieni..."
Io: "Hai ragione... mi spiace... ma sono di consegna..."
Amica del cuore: "E vabbè però... era l'occasione giusta... magari stavi una settimana... qui a casa... con me..."

Sì, anche a me dispiace. Sì davvero, sei come una sorella per me.
Accidenti, l'età mi rende sentimentale...
Poi, all'improvviso... il sospetto!

Io: "Ma tu hai l'esame vero?"
Amica del cuore: "Neurologia..."
Io: "..."
Amica del cuore: "Dai, resta più giorni..."
Io: "..."
Amica del cuore: "Ti posso fare con il martelletto?"

Ma la vogliamo dare Pediatria, cazzo!

marzia.elle

L'amica del cuore

L'amica del cuore vive al di là del Tirreno.
E' Ostetrica, lavora come ferrista in Sala Operatoria e studia per diventare Cardiologo (altrimenti che amica del cuore sarebbe?!)
Chi non desidererebbe avere come amica del cuore un dottore?

Amica del cuore: "Di' un po', sai tenere la gamba su a quarantacinque gradi per novanta secondi stando supina?"
Io: "E che ne so..."
Amica del cuore: "Prova!"
Io: "Sto in ufficio!"
Amica del cuore: "Chiudi la porta, sdraiati sul tavolo e prova!"
Io: "Sto nell'open space..."
Amica del cuore: "Uffa... ok, fallo a casa, ti chiamo domani!"

Domani!

Amica del cuore: "L'hai fatto?"
Io: "Sì"
Amica del cuore: "Beh?"
Io: "Riuscita, ma una fatica..."
Amica del cuore: "Ottimo, vuol dire che non hai la jfgafjhgfnchkfdewgf!" [Nome impronunciabile]
Io: "Che?"
Amica del cuore: "La dfsagfewyrhdkfsdfkfso!" [Vedi sopra!]
Io: "E che è?"
Amica del cuore: "Malattia degenerativa che in genere colpisce dopo i settanta!"
Io: "..."

marzia.elle

lunedì 24 settembre 2007

Ti voglio così bene che ti ucciderei...

E' un classico!
Se non sei abbastanza ricco da avere un maggiordomo, in genere ti ammazza sempre un parente, un fidanzato o il vicino di casa.
Per carità, lo capisco.
Nell'ordine, vorrei ammazzare l'ex, tutta la famiglia e pure qualche vicino (crepi l'avarizia!).
Ma poi si sa, sono come l'Orlando Furioso, tutto fumo e niente Ariosto!
In assoluto, però, i più spiazzanti, come sempre, sono i giovinetti!

Diversi anni fa, correva l'anno 2001, insegnavo informatica in una scuola media.
Una mattina, ignara, entrai in aula convinta di poter spiegare i Sistemi Operativi.
Tempo cinque minuti e realizzai che i SO potevano andare a farsi benedire!
L'argomento del giorno era il delitto di Novi Ligure.
Non potevano più tenersi, ne dovevano parlare.
Figurarsi: erano alle ultime due ore e ancora non avevano potuto sfogarsi con nessuno.
Il che, in quel momento, effettivamente, mi fece sospettare di essere la cogliona di turno.
Comunque, decisi che potevano vivere anche con due ore in meno di Sistemi Operativi e iniziai con aria mesta: "Già... una tragedia..."
Per poco non mi impalano!
"Una tragedia?" Sbottò il primo della fila.
"Ma io voglio ammazza' mia madre da dieci anni!" (E di anni ne aveva solo tredici!)
"Questa è una grande!" Urlava un altro mostrando la foto di Erika (l'autrice insieme al fidanzato della strage familiare).
"Ma secondo lei se uccido mio fratello mi mettono in galera per sempre?" Mi chiese una fanciullina con aria angelica.
"Sara, - sussurrai - ma come? Pensi alla galera? E tuo fratello?"
"Ehhh, lo ammazzo! Lo posso soffocare nel sonno. Con il cuscino!"
"Io lo butto giù dalla finestra!"
"Invece per mia madre pensavo... se cade dalle scale..."
A scuola, il sangue, tira!

marzia.elle

Le parole

"Il primo significato è quello letterale."
Ce lo spiegano da sempre.
"Quando sono arrabbiato dico cose che non penso."
E' una scusa che usiamo un po' tutti.

Ma le parole sono importanti.
Segnano, fanno male, a volte aiutano.
Raramente si dimenticano.
Se fossi capace, avrei una vita di silenzi.

marzia.elle

venerdì 21 settembre 2007

La Poesia

Stamane, per una serie di motivazioni noiosissime da spiegare, ma che sono ben note all'Anonimo Vicino (soggetto giornalmente a vessazioni letterarie), ho ricacciato dal cappello una poesia di Montale che non leggevo dagli anni del liceo.
Montale non è mai stato il mio poeta preferito. Mi faceva sempre un po' incavolare.
Arrivavo a metà poesia e desideravo averlo a distanza di braccio per prenderlo a mazzate.
Me lo vedevo sdraiato sotto un albero con un cappellaccio in testa a ridacchiare di me che cercavo profonde verità nei suoi scritti.
Alla fine però...

Perché Montale è un po' così.
Prima ti esaspera, poi ti abbraccia forte e con dolcezza ti piange sulla spalla.
Al che non hai più cuore di dirgli nemmeno: "BU", anzi!
E mentre ti balbetta le sue scuse, tu sei pronto a buttarti nel fuoco per lui.

Per dire, il Meriggiare.
Tu inizi con tutta la buona volontà e leggi:

Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d'orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi.

"Ermetico!" Pensi subito.
Cioè pare che dica cose stupide invece... perché deve essere così per forza!
Continui.

Nelle crepe del suolo o su la veccia
spiar le file di rosse formiche
ch'ora si rompono ed ora s'intrecciano
a sommo di minuscole biche.

"Ehhh sì, ermetico."
"Deve essere per forza ermetico!"
Sebbene un pensierino lo fai.
Di nascosto, ma lo fai.
E il pensierino è un francesismo perfetto: "'Sti cazzi delle formiche!"
"Ma no, che dici?" Borbotta subito la coscienza.
Dotti studiosi hanno pontificato all'infinito sulle formiche rosse, ce ne vogliamo dimenticare?
Le formiche nascondono sottintesi sconcertanti.
Dalla razza umana, agli alieni, fino ad arrivare agli spaghetti.
"Eppure sembravano proprio formiche..." Pensi.
Continui.

Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
mentre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.

Che?
Lo senti, ti sta prendendo per il naso.
Tutti a cercare queste profonde verità e lui parla di cicale...
Continui solo perché vuoi toglierti la soddisfazione di arrivare alla fine prima di dare alle fiamme tutto il capitolo che lo riguarda.

E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com'è tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.

Panico!
SBAM!
Sua maestà la poesia!
La poesia arriva così.
A volte come una mattonata in faccia, altre insinuandosi lungo la spina dorsale.
A volte mentre sei lì e la guardi correre verso di te, altre facendoti sorprendere come una stupida.
Scusa Montale... scusa...
Fai di me ciò che vuoi!

E il maledetto mi prende in parola.
Fregata!

marzia.elle

giovedì 20 settembre 2007

Non che la coerenza sia per forza un valore... ma...

Ma parliamone!
Alessandro Cecchi Paone!
Dico: Alessandro Cecchi Paone, che solo per chiamarlo perdi il treno.
Cecchi Paone!
Ebbene: sta naufrago sull'Isola dei Famosi.
E va bene, questo può anche essere positivo, ma temo che dopo torni...
Cecchi Paone! Quello che una volta, a una premiazione dei Telegatti, si alzò in piedi tutto inviperito perché la stupida gente aveva votato un reality piuttosto che il suo simil-culturale programma e si mise a gridare come un ossesso facendo la figura del rosicone. Quello!
Mi ricordo che allora pensai: "Eh però... ha fatto un casino, ma almeno tiene le palle via..."
Ecco, gliele hanno tagliate!
Segate!
Seccate al sole e cadute.
Adesso fa il naufrago.
Non solo, fa pure il naufrago scassaminchia. Litiga con la produzione, la conduttrice, i compagni, i sassi, il buco dell'ozono, tutto!
Ha detto che la nomination è un atto incivile. Vuole tutelare i deboli.
Deve essere che sull'isola pensava di trovare poveracci con la lebbra, il vaiolo, chissà... Devono avergli detto che partiva con una spedizione di Medici senza Frontiere.
Poi è arrivato là, ha visto le telecamere e zac! ha capito.
Così, in un rigurgito di coscienza, ha pensato: "Cazzo! Ho preso per il culo i reality in tutti i programmi TV, ma proprio tutti! Adesso mi vedono qua in mutande... vuoi vedere che faccio la figura del fesso?"
Ma no via.
Del resto, per essere eletto deputato era pronto a vendersi madre e padre e pure le ceneri degli avi.
"Sono gay!" Gridava un giorno.
"Ma anche etero!" Il giorno dopo.
Il coro di chissenefrega non lo turbava.
Finché non l'hanno caricato su un'ambulanza mentre farneticava: "Sono gay, sono lesbo, trans e pure sadomaso. Mi trombo le foche, i canguri, tua sorellaaaaaaaaaa"

marzia.elle

William Holden



No, perche' questa cosa proprio non mi va giu'.
Voi due, mie Vecchie Ciabatte preferite, Simona e Marzia, non potete non sapere chi e' William Holden, nonostante sia nato nel 1918 e morto che eravamo piccine.

Beh... eccolo!!!
















http://italian.imdb.com/name/nm0000034/


Sia mai vi servisse qualche informazione precisa....

Federica

martedì 18 settembre 2007

Ortografia italiana - Questa sconosciuta

Almeno qui lo potro' dire, no? Posso sfogarmi in santa pace? E' anche il mio blog!!!!

L'ortografia italiana e' sconosciuta ai piu', eppure si tratta della nostra lingua, la dovremmo aver studiata tutti...
Va bene, lo ammetto: scrivere in italiano e' difficile. L'italiano è una lingua complessa, con tante strutture particolari ed eccezioni.
Pero', mannaggia, ne dovremmo aver sentito parlare per almeno 8 anni, giusto? Otto lunghi anni, quelli dell'apprendimento facile: elementari e medie.
Dovrebbe essere in noi, inculcata dentro, magari non tutta ma almeno le cose essenziali!!!

Per la miseria:
- "sto" e "sta", prima e terza persona singolare del verbo stare, non si scrivono con l'accento
- "do" prima persona singolare del verbo dare, non si scrive con l'accento
- "dà" terza persona singolare del verbo dare, si scrive con l'accento
- "sì" l'avverbio, quello col quale si afferma, vuole l'accento
- "né" congiunzione negativa, vuole l'accento al contrario di "ne" avverbio o pronome.
- "qual" non vuole l'apostrofo. Indi, per cortesia, non lo mettete in frasi tipo "qual è", "qual era" ecc. ecc.

Federica
che oggi si sente tanto vecchia ciabatta

Sì ti voglio bene... ma... i soldi?

Ogni tanto glielo dico ai miei: schiattate sereni, perché le lacrime al funerale saranno sincere.
Figurarsi, e la perdita e l'amore e i casini che lasciano e il mutuo...
Certo, se papy (per dire) fosse stato un grande tenore, magari la prospettiva cambiava.
Perché sì, ti voglio bene, ma i soldi?
Ma via, non che adesso sto qua e piango perché penso al testamento e non al lutto. Ma che bestie siete a credere certe cose?
Certo, ho nominato quei quattro cinque avvocati, ma così, per compagnia.
Pure lui però... che noia papy... tutti quei testamenti!
E suvvia si fa così?
Che allora viene da dar ragione a quella filibustiera della mia nonna che ogni giorno che cala sulla Terra ci ricorda il suo amore annunciando: "Ah, ma io mi strico tutto prima di morire!"
E strico sta proprio per: distruggo i beni riducendoli in polvere così che poi vi attaccate, ma alla grande.
Ora, verrebbe da ricordare a nonna che è stata contadina e di beni da *stricare* proprio non ne tiene, ma stiamo a sindacare?
Però, se per disgrazia, divento ricca, me lo devo ricordare.
Non voglio mica avvelenare la vita ai cari parenti io...
Sì, vi voglio bene... però...

marzia.elle

lunedì 17 settembre 2007

Dire o tacere

A che serve un blog?
A fare qualcosa quando hai l'insonnia presumo.
Non sono mai stata un'appassionata del 'diario segreto', ma almeno là, quando scrivevo, potevo lasciarmi andare. Potevo dare del demente a chi volevo e via, cosa importava?
I blog sono fantastici.
Rendono pubblico il privato, indi sei fottuto.
Una bella finzione collettiva.
Chissà, sarà un'opera Pirandelliana. Ci sono finita dentro senza accorgermene.
Peccato.
Peccato perché scrivere è una valida alternativa alla violenza.
Perché oggi, ecco... oggi sono così incazzata che devo ancora decidere se è meglio scrivere o tacere.
E siccome non posso scrivere esattamente quello che penso... diavolo... non mi resta che la violenza!
Lurido mondo!

marzia.elle

venerdì 14 settembre 2007

Non si finisce mai d'imparare

Non bisognerebbe mai condividere uno scritto senza averlo letto almeno tre volte.
Ma anche quattro!
Non bisognerebbe mai inviare una mail a cinquanta persone senza aver letto il testo del messaggio almeno cinque volte.
Ma anche sei!
Ma soprattutto, in taluni casi, non bisognerebbe proprio scrivere!

Ecco uno di quei casi!
Giovane ingegnere in fase: "Voglio essere simpatico" scrive:
<<
s'ho DONNE!!!!!>>
Due parole.
Cinquanta persone (colleghi) stamane apriranno la casella di posta e leggeranno: s'ho DONNE!!!!!

Certo, ci sono sempre le dimissioni...

marzia.elle

giovedì 13 settembre 2007

Papà sei fiero di me?

Forse dovrebbero abolire il numero chiuso alle Università.
Per eliminare il sovraffollamento basterebbe impedire ai figli di intraprendere la professione del padre!
Perché, stranamente, pare che nel DNA sia inciso il proprio lavoro e, guarda caso, pare che coincida quasi sempre con quello di papy.
Poi certo, a volte, capita che dei disgraziati figli di operai abbiano strane idee, tipo voler fare il dottore o l'avvocato.
Un problema. Perché Medicina, per dire, è a numero chiuso e per entrare bisogna superare un test che presuppone di aver studiato negli ultimi tredici anni di vita.
E allora che si fa? Facile, si fa quel che si è sempre fatto. Quello che ha portato papà a essere uno che conta: si bara!
"E che male c'è? - risponde il ragazzotto di turno - "Lo fanno tutti. E' il paese dei furbi questo!"
Ma poveraccio, ha ragione. Del resto lui frequenta papy e gli amici suoi. Che altra idea poteva farsi dell'Italia?
Però una domandina al ragazzotto di cui sopra mi piacerebbe farla.
Perché insomma, in fin dei conti, non deve essere bello sapere che tuo padre pensa di te che sei un coglione.
E lo pensa di sicuro, altrimenti non avrebbe pagato.
Insomma, ragazzetto furbetto pieno di soldi e certezze, non ti rode sapere che babbo si vergogna di te?
Quanto costa la stima?
Informati, magari puoi comprare pure quella!

marzia.elle

venerdì 7 settembre 2007

Relativismo che relativizza

Oggi niente profano. Oggi si parla di "sacro".
Il Papa, Benedetto XVI, è in Austria.
L'Austria è una bella regione, nulla da obiettare sulla destinazione.
Del resto... anche io preferisco evitare i paesi sottosviluppati.
Insomma, Benedetto XVI arriva, saluta la folla, ricorda al mondo che nessuno può fare a meno di dio (legittimo, ci mancherebbe, è il suo principale!), si fa fare qualche foto e poi, ottenuta la giusta attenzione, si lascia andare alla seguente esternazione:
"Il relativismo relativizza tutto, il bene e il male non sono più distinguibili".
Che?
No, è che ci sarebbe anche la guerra, la povertà, la fame, la mortalità infantile...
Ma quelli sono problemi nostri. Vero, chiedo scusa.
Del resto, una volta che ha provato a dire qualcosa di più concreto ha fatto incazzare mezzo mondo. Al che, giustamente, ha pensato: "Da adesso solo frasi che nessuno capisce e che non significano niente!".
Che poi a leggerla bene significa eccome, ma la mia zozza animaccia atea sogna un Papa che dica: "Amici miei, fratelli, il male esiste. Non ci nascondiamo dietro le parole. Non relativizziamo. La mafia è male. L'estremismo è male. La violenza è male. Sfruttare i poveri è male. E siccome non può esserci regno dei cieli per chi opera il male, ebbene, che la scomunica si abbatta su chiunque operi il male e su chi lo protegge. Tu mafioso, non sarai più accettato in Chiesa. E nemmeno tua madre, tua moglie e tuo fratello che ti nascondono alla giustizia."
Suvvia, svuotiamo un po' le parrocchie, così magari facciamo spazio ai separati, ai conviventi, agli omosessuali...
Vabbè, questa non è più religione... è fantascienza!

marzia.elle

mercoledì 5 settembre 2007

8 settembre '43: Armistizio

Sempre, a settembre, mi prende un po' di tristezza.
Tanti anni fa, nel '91, a settembre, persi il mio adorato nonno.
Se lo portò via la Seconda Guerra Mondiale.
Che è vero, nei libri si dice che finì nel '45, ma noi che siamo persone di mondo, lo sappiamo che poi servono almeno due generazioni per mettere la parola fine a certe disgrazie. Perché via, tre anni di prigionia in un campo di lavoro tedesco non è che sono l'equivalente di un giro alle terme.
Nonno è stato un eroe. Non di quelli con le medaglie sul petto. Figurarsi. No.
Nonno è stato un eroe perché non ha mai smesso di essere "uomo", anche quando, in verità, ne aveva tutto il diritto.
Nonno aveva pietà, aveva amore. La sofferenza l'aveva reso buono come io non sarò mai.
Quando mi raccontava la sua guerra, a volte (poche volte) piangevo, altre (troppe volte) odiavo.
Odiavo quei tedeschi che lo picchiavano, che lo chiamavano traditore sputandogli in faccia, che lo trascinavano (malgrado la sua giovinezza, la sua forza, il suo ottimismo) verso la morte.
"Nelle SS c'erano dei gran bastardi, è vero, - mi diceva con quel suo sorriso pieno di vita - ma la maggiorparte delle persone che ho incontrato erano solo dei disgraziati come me!"
Non potevo starci.
"Ma come nonno? Che dici?"
Nella guerra ci sono i buoni e ci sono i cattivi. Me lo avevano insegnato.
Era così dalla notte dei tempi.
Allora alzava le spalle con fare disarmante e sorrideva. Sorrideva sempre.
E mi raccontava di quella signora che gli aveva dato il pane togliendolo ai figli. Dell'abbraccio con il "padrone" nel campo di lavoro. Di quella guardia che sparò all'aria piuttosto che alle sue spalle, e lo lasciò fuggire.
"I buoni e i cattivi stanno ovunque. - diceva - In guerra ci stanno solo i disgraziati!"
Ma allora non capivo.
Non avevo letto "Sant'Ambrogio" di Giusti e nemmeno "Le mie Prigioni" di Pellico. Ero solo un po' incazzata, come a volte capita agli adolescenti.
Vedevo mio nonno, bello nella sua uniforme, far strage di nemici.
Primo sul fronte. Un po' come Achille sotto le mura di Troia.
E lui rideva. Non so, magari provava anche un po' di pena. Che ne sapevo io del fronte?!
"Tutti i miei amici partiti per il fronte sono morti. Io non volevo morire. Meglio i campi di lavoro. Meglio i boschi."
Mio nonno non era un eroe di quelli con le medaglie.
Si è preso gli sputi, le botte, le parolacce.
"Tutto! - diceva - Meglio la fame del fronte. Meglio morire scappando che la guerra in trincea a spararsi fra poveracci."
Allora, a volte, mi è capitato di pensarlo: "Nonno, ma tu eri un vigliacco? Non eri un eroe?"
"Gli eroi muiono..." Rispondeva allegro.
Anche se non c'era nulla da essere allegri, ma nonno era così. Aveva visto l'inferno, tutto il resto gli sembrava il paradiso!
Era facile per lui.
Pero' un giorno, un giorno più degli altri, era stato eroe. Eroe nel senso classico del termine.
Strano, non ne era granché fiero, sebbene gli facessi raccontare quel giorno fino alle svenimento.
Per anni ho pensato che fosse stato il giorno della sua consacrazione fra i grandi della terra. L'ho pensato fino al 29 settembre del 1991. Il giorno in cui l'ho visto morire. Semplicemente, con dignità e con quel sorriso stampato in volto che voleva dire: "Mi stai per prendere, lo so, ma t'ho fottuto lo stesso!"

Mio nonno è stato un eroe.
E' stato un eroe per me e per tutte le persone che con lui hanno condiviso sorrisi e pianti e, suo malgrado, è stato anche un eroe per questa patria.
Lo è stato il 9 settembre del 1943.
Il giorno dopo l'Armistizio.
"E' finita la guerra!" Gridavano per le strade.
Ahimé, ne cominciava una nuova!
Nonno era a Piacenza, con il suo plotone (faceva un po' il cuoco, un po' l'artigliere).
Divideva la stanza con un soldato tedesco.
La sera avevano fumato assieme.
Non si capivano tanto bene, ma insomma, a modo loro, si sentivano fratelli.
La mattina dopo, era il 9 settembre, mio nonno si svegliò e non aveva più il fucile.
Lo avevano disarmato.
Avevano disarmato tutti gli italiani.
Perché i tedeschi sapevano dell'Armistizio, gli italiani no.
Che è un po' come il marito cornuto che è sempre l'ultimo a sapere.
E poveracci, non capivano.
La sera prima fumavano assieme, ora gli puntavano una canna di fucile contro.
Tutti gli italiani (graduati e non) furono inquadrati nella piazza.
Pioveva forte.
Li lasciarono lì in piedi per dodici ore.
Senza mangiare, senza bere. Sull'attenti.
Se cascavi, ti sparavano.
Ogni tanto li passavano in rassegna. Arrivavano, strappavano le mostrine gridando: "Italian traditor!" E sputavano sulle divise.
E loro niente. Non sapevano niente.
L'esercito italiano era durato una notte.
La sera passò un ufficiale tedesco.
Fece un lungo discorso sull'Italia, non c'era bisogno di traduzione.
Poi, prese un foglio e iniziò a leggere. Dietro, un soldato che ripeteva in italiano.
E' vero, erano italiani e facevano schifo, ma via, per il fronte andavano bene.
Se lì, subito, avessero giurato fedeltà al Terzo Reich, beh, avrebbero dimenticato quella loro vergognosa nascita. Li avrebbero vestiti con la divisa tedesca e mandati in guerra. Con onore.
L'ufficiale tedesco si schiarì la voce e in traballante italiano gridò: "Giurate voi?"
Ma quel giorno gli italiani di Piacenza si erano svegliati eroi e così, senza pensare, risposero in coro: "NO!"
E quel no era proprio una cannonata.
"Ma nonno? - chiedevo sebbene conoscessi la risposta - Così morivi..."
Nonno è stato un eroe più di quanto pensasse, perché a quella domanda gli brillavano gli occhi e rispondeva: "Non avrei mai rinnegato la patria
! Io sono italiano!"
E lo diceva con orgoglio.
Quando io dico: "Sono italiana..." Non ho nel cuore quello che aveva lui.
In verità non dico mai nemmeno patria.
Oggi non si usa.
Anzi, fa anche brutto.
Per carità, a me piace l'Europa. Piace la Terra e mi sento molto cittadina dell'Universo, però, a volte, mi piacerebbe dire patria. Mi piacerebbe dire Italia e non per dividere, ma per ricordare.
E forse, a volte, dovremmo avere anche il coraggio di dire: "NO!"

marzia.elle

martedì 4 settembre 2007

Il genio del male

E' divertente!
Mi sveglio al mattino con il desiderio di scrivere circa quella tal cosa, poi, zac, incontro il genio del male e mi tocca cambiare idea.
Oggi, il genio del male, si è incarnato in un rivenditore di automobili.
Un tipo viscidello, ma via, quello è il ruolo suo.
Stiamo concludendo un affare (l'affare come è ovvio è tutto per lui) perciò ci vediamo sovente.
Firma qua, firma là.
Un bel sorriso, giacca e pantaloni giallo ittero su abbronzatura irresistibile da figaccion.
"Salve"
"Salve"
"Avete deciso?"
"Abbiamo deciso"
Prende i moduli e scorre i campi.
"Tanto i dati li avevamo già inseriti tre anni fa, vediamo solo se ci sono modifiche..."
E vediamo. Sono accondiscendente.
Alt! Indirizzo sbagliato.
"Mi scusi, - dico - la residenza è cambiata..."
Scrive, cancella, scrive.
Finché... eccolo, si palesa, il genio del male che è in lui non ce la fa più e sfugge al controllo, prende possesso dell'inutile corpo e domanda:
"La data di nascita è sempre uguale?"
Nooooooooooooooooooo!
Da ieri ho deciso che sono nata nel '91!!!

marzia.elle

lunedì 3 settembre 2007

Porello... piange... è solo...

Ieri sera con Lucarelli avevo ripassato la Seconda Guerra Mondiale e di quella stamane volevo argomentare, ma poi...
Ho aperto il sito di Repubblica.
E di seguito, non contenta, quello del Corriere della Sera.

Certe notizie toccano più di altre. Arrivano dritte al cuore e lasciano il segno.
A volte dubiti persino che la tua vita possa continuare così come prima dopo averle lette.
Ebbene, è successo!
Sono una donna sfatta ora che so quali pene si tiene nell'animo quel povero cristo di Bush.
Non mi do pace!
L'uomo più potente del mondo, ahimé, spesso piange e, colmo di sventura, si sente solo.
Ma che razza di insensibili abitanti della Terra siamo?
Vergogna!
Egli che tanto ha fatto per noi...
Dico io... almeno una telefonatina i trafficanti d'armi potrebbero fargliela ogni tanto.
Ingrati!
E le multinazionali?
I magnati del Petrolio?
Tutti quei grassi colonnelli e generali?
E' proprio vero, più fai per gli altri, meno ti vogliono bene.
E pensare che si è così battuto per loro. Per le loro ricchezze. I loro possedimenti. I loro privilegi Medievali!
Suvvia, ci ha messo tutto se stesso. Faccia, culo, tutto.
Che altro, in coscienza, si può chiedere a un uomo?

marzia.elle