mercoledì 24 ottobre 2007

C'è un mondo là fuori

Pensavo... pensavo ai monaci Birmani e alla loro marcia.
Pensavo che quando avevo quindici anni, c'erano dei ragazzi al posto loro.
Erano studenti. Abitavano più in là, ma condividevano gli stessi ideali e lo stesso amore per la libertà.
Camminavano per piazza Tian'anmen incuranti dei carri armati che passavano loro sopra. Sorridevano e guardavano la morte
dritta in faccia.
Combattevano la loro guerra. La perdevano di fatto, ma la vincevano nel cuore dei popoli.

Pensavo... pensavo che nel 2001, l'11 settembre, era martedì e io ero in ferie.
Pensavo che morire mentre pensi alla riunione di lavoro o dove andare a fare colazione è due volte crudele. Crudele perché inutile. Crudele perché non ti dà il tempo di riappacificarti con il mondo.
Quella mattina ho chiamato i miei genitori. Volevo solo dir loro: "Vi voglio bene!"

Pensavo... pensavo a quel ragazzo nudo, incappucciato, appeso per un filo elettrico. Pensavo quanto le nostre vite sono diverse e quanto indifferente potrebbe essermi la sua. Pensavo che, invece, avevo voglia di piangere.

Pensavo... pensavo a quel giorno di ottobre che una scuola tremò portandosi via undici bambini.
Pensavo che a non tutti è concesso di morire da eroe.

Penso a Rita che sta combattendo la sua guerra. Penso che no, non la penso mai.
Penso che, a volte, per pensare, devi vedere la morte.

E penso che, sì, è un po' stupido, ma adesso sono qua, ascolto gli Scorpions cantare e ho voglia di abbracciarti mondo infame.

marzia.elle

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