Ricordo di aver letto da qualche parte che, a un concerto di Baglioni, il cantante fu fischiato per un'interpretazione "personalissima" di: "Questo piccolo grande amore!"
Il pubblico inferocito gridò: "Questa canzone non è più tua, ma nostra, non puoi cambiarla a piacimento!"
Ebbene, a volte, se si è autori molto fortunati, accade che ciò che si è scritto divenga patrimonio dell'umanità.
Le opere di Leopardi sono patrimonio dell'umanità.
Entrare nella biblioteca di Monaldo, mirare i luoghi della formazione del giovane Giacomo, respirare l'aria pregna di poesia, immaginare per la via la donzelletta o Silvia, sono momenti imprescindibili per chiunque decida di visitare Recanati.
Al di là del tempo, che ha inevitabilmente trasformato il luogo, resiste una sottile unione amorosa che lega il poeta e chi, peregrino, ripete i sempiterni calli alla sua instancabile ricerca.
La piazzetta del Sabato del villaggio, crocevia di tanta parte della poetica leopardiana, è luogo della memoria e dell'immaginazione. Così fortemente rappresentato ed evocato da non essere più solo oggetto di letteratura, ma letteratura esso stesso.
Patrimonio, pertanto, dell'umanità.
Un patrimonio che il borgo selvaggio, forse, non merita di custodire.
Non certo finché la piazzetta del Sabato del villaggio sarà trattata da parcheggio privato o da pista per centauri annoiati.
Cittadini di Recanati, sindaco Corvatta, non sarà dunque ora di rendere giustizia a chi tanto lustro ha dato alla vostra città?
Perché vi è tanto difficile amarlo?
marzia.elle
mercoledì 10 ottobre 2007
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